
La guerra è ciò che accade quando il linguaggio fallisce.
Margaret Atwood

Itinerario in
Val Rendena
Val Genova
La guerra venne combattuta soprattutto in alta montagna,
a quote considerate fino a quel momento inaccessibili;
tuttavia, anche il fondovalle venne coinvolto.
La Val Genova, conosciuta principalmente per le sue bellezze naturali e paesaggistiche, è stata interessata negli ultimi anni da interventi di ripristino che hanno permesso di recuperare e rendere visibili i segni lasciati dalla Grande Guerra.
L’itinerario parte dall’Antica Vetreria di Carisolo, sede di un museo che racconta l’arte della lavorazione del vetro. Durante la guerra l’edificio fungeva da supporto logistico per il fronte mentre nei dintorni erano allestiti un’infermeria, depositi per salmerie e un campo d’addestramento. Nei prati circostanti è possibile scorgere le piattaforme della stazione della teleferica austro-ungarica che collegava le retrovie con la Val Genova e con le zone in quota della Val Siniciaga e della Val Nardis. Furono proprio le teleferiche, un ingegnoso sistema di impianti a fune, a garantire i rifornimenti alle truppe in montagna, il trasporto di materiali e viveri,
ma anche di persone.
Dall’Antica Vetreria, attraversato il ponte sul fiume Sarca, si imbocca il Sentiero delle Cascate o, in alternativa, il sentiero SAT 212. Una tranquilla passeggiata di circa due ore conduce fino alla località Fontanabona. Lungo il tragitto si possono ammirare lussureggianti boschi e spumeggianti cascate, fra cui quella del Nardis.


A Fontanabona comincia un percorso ad anello che, muovendosi da un versante all’altro della montagna, permette di osservare da vicino le tracce della Grande Guerra. Lo sbarramento di Fontanabona costituiva un importante presidio territoriale,
in collegamento con Carisolo e la Val Rendena. Da qui partivano, su versanti opposti, due linee difensive: una, sviluppata verso sud, era la cosiddetta “linea degli Honved” che arrivava alla Cima Pravecchio, verso il Carè Alto;
la seconda risaliva verso nord fino a Cima Tamalè e proseguiva poi verso il Cimon delle Gere e il Monte Gabbiolo vicino alla Presanella.
Il percorso richiede un’ora e 45 minuti di cammino e consente di vedere resti di trincee e di una piccola fortificazione a pochi passi dal Sarca, osservatori, caverne scavate nella roccia, terrazzamenti che fungevano da basamento delle baracche, ricoveri per i soldati. Al termine della visita si ritorna verso il punto di partenza percorrendo a ritroso il sentiero.
Itinerario in
Val Del Chiese
Da Forte Larino
a Forte Corno
La nostra escursione ci porta a visitare due strutture dello sbarramento di Lardaro – forte Larino e forte Corno – entrambi da poco restaurati. Il panoramico sentiero che li collega consente di ripercorrere l’evoluzione delle fortificazioni fra metà ‘800 e inizi ‘900.
Forte Larino venne costruito tra il 1860 e il 1861 con blocchi di granito lavorati a scalpello e, per alcune parti, in mattoni. All’interno erano previste le cannoniere, i depositi e le cucine;
un fossato esterno garantiva la difesa ravvicinata. Attualmente il forte è aperto solo in alcuni periodi dell’anno; per informazioni contattare il Consorzio Turistico Valle del Chiese (tel 0465 901217).
Al termine della visita, oltrepassati gli edifici realizzati a supporto del forte (oggi punto di appoggio per attività culturali e didattiche), ci si addentra nel bosco, imboccando un comodo sentiero. Il primo tratto, piuttosto tranquillo, consente di ammirare la cascata del rio Revegler. Ben presto il tracciato si fa più ripido e stretto e, inerpicandosi lungo il versante roccioso, permette di guadagnare velocemente quota. Nei punti più esposti alcune scalette in metallo facilitano la salita mentre le panchine collocate lungo il percorso invitano alla sosta e permettono di riprendere fiato. La fatica è ricompensata dal panorama che via via si apre sui paesi del fondovalle e sulle cime dei monti.


Il percorso culmina a forte Corno dove una tettoia in legno consente di consumare in tranquillità un pranzo al sacco o uno spuntino.
L’imponente forte, costruito tra il 1883 e il 1890, garantiva il controllo della Valle del Chiese e dell’ingresso della Valle di Daone. La struttura si articola in 5 livelli e in oltre 50 locali. La parte alta ospitava magazzini, dormitori, una colombaia (luogo nel quale, durante i bombardamenti, potevano venir riposte le salme dei soldati caduti) e altri locali di servizio. L’armamento era invece collocato nella parte inferiore. Nel 1909-10 venne rimodernato: il forte fu dotato di 3 obici in cupola corazzata girevole e di 2 osservatori in cupola.
A ridosso della guerra, poco sopra la struttura vennero scavate nella roccia delle postazioni di artiglieria in caverna, nelle quali vennero trasferite le artiglierie del forte;
le gallerie di Peschiera non sono attualmente accessibili.
All’interno del forte è stato recentemente allestito un percorso multimediale con immagini e informazioni sulla storia della struttura, realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento.
Anche forte Corno è aperto solo in alcuni periodi (informazioni Consorzio Turistico Valle del Chiese tel 0465 901217).
Il rientro a forte Larino avviene attraverso il percorso dell’andata.